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La Murtedda – il Mirto

Mirto - La MurteddaIl mirto (myrtus communis) è un arbusto sempreverde originario della macchia mediterranea, appartenente alla famiglia delle Myrtaceae. La murtedda, come il mirto viene dialettalmente nominato in molti comuni del Salento, ha origini antichissime ed affonda le proprie radici nella mitologia classica. Pianta sacra a Venere, fu considerato infatti simbolo di fecondità.
Gli studiosi fanno derivare la denominazione scientifica dal greco myron, cioè “essenza profumata”, con chiaro riferimento alle proprietà aromatiche della pianta. Innumerevoli sono gli usi a cui si prestano le varie componenti del mirto quali bacche, foglie e fiori che, avendo numerose proprietà officinali, oltre che aromatiche, non si limitano a rendere possibile la produzione del famosissimo liquore che è il marchio doc della regione sarda. La flessibilità del suo legno ha fatto sì che il mirto trovasse collocazione in un artigianato d’altri tempi, in particolare nella tradizione dell’arte cestaia salentina.
Chi mastica questo mestiere da qualche annetto sa che non troverà mai la materia prima da intrecciare bell’e pronta al minimarket sotto casa, ma che dovrà attingere direttamente dalle risorse di madre terra.
L’utilizzo del legno per intreccio o costruzioni prevede la gestione della materia prima da parte dell’artigiano a partire dalla coltivazione e/o dal mantenimento delle piante utili alla realizzazione di strutture lignee e di manufatti intrecciati. Per assicurarsi una produzione di materiale di qualità costante nel tempo, l’artigiano sa esattamente quando e come potare, anche se non conosce le ragioni “botaniche” della potatura. La sua è una conoscenza pratica, dettata da generazioni di tentativi, fallimenti e riuscite.
Come sappiamo, in natura si può raccogliere ciò che si vuole ma, proprio per raccoglierlo come si vuole occorre prima prendersene cura, o comunque metterci le mani, senza nuocere ovviamente agli equilibri naturali. Infatti il mirto (e lo stesso discorso vale anche per altre materie prime) con il suo portamento naturale di cespuglio e il suo intricato groviglio di rami induriti invecchiati dal tempo offre ben poco alle abili mani un intrecciatore. Ciò di cui egli invece ha bisogno sono quei bei polloni giovani e freschi che vengon su dalle radici o dal ceppo quando la pianta in primavera rigetta dopo la potatura invernale.
E quanto più in inverno avremo tagliato vicino al terreno, tanto più i rigetti in primavera si svilupperanno lunghi e resistenti.
Per una migliore qualità ed estetica del materiale che andremo a raccogliere, poi una volta lignificato in autunno, dovremo assicurarci che i polloni si presentino possibilmente lisci senza femminelle, ovvero le ramificazioni laterali che si generano nei punti di inserzione delle foglie e, che se lasciate crescere indisturbate portano la pianta ad assumere un portamento naturale cespuglioso e disordinato, che non fa al caso nostro.
È per questo che tra aprile ed agosto, in piena attività vegetativa,almeno una volta alla settimana si va costantemente a monitorare la crescita dei giovani rametti, per rimuovere regolarmente gli scomodi germogli laterali.
Come manna dal cielo, ogni tanto e in particolar modo di questo periodo un bell’acquazzone è ben accetto, poiché porta vigore e nutrimento. In autunno, una volta lignificati, andremo a raccogliere rametti lunghi, affusolati e flessibili selezionati per il nostro scopo.Mirto - La Murtedda
Molto rustica nell’aspetto, la fibra legnosa del mirto è strutturalmente meno corposa di altre, e ciò la rende poco adatta alla costruzione di contenitori che debbano avere una robusta intelaiatura. Senza dubbio trattasi di un materiale che fa la sua bella figura nell’intessitura di oggetti ornamentali di media/piccola grandezza.
C’è sicuramente un grande lavoro dietro la produzione di quello che il visitatore trova esposto in un mercatino, un duro e meticoloso lavoro spesso banalizzato, quando non denigrato, con il concetto di “hobbie”.
È un oscuro lavoro di paziente attesa, speranza e sapienza, che non si vedono ma ci sono.
Nelle foto allegate, esempi di giovani cespugli di mirto nati in primavera e relativo intervento di rimozione dei germogli laterali.

Michele Erario

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