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Paniere

Panière s. m. [dal fr. panier, che è il lat. panarium, der. di panis «pane»]. – Recipiente di vimini, giunchi, o materiali simili, di forma diversa secondo gli usi, ma per lo più con un manico arcuato fissato nel mezzo, per infilarvi il braccio, e munito talora di coperchio, usato in genere per riporvi e trasportare vivande: un ppieno di panedi uovadi fichidi ciliegie
(fonte Treccani)


dialettale/regionale: Cufnella (Campania) – Cesto tradizionale di piccole dimensioni con manici o senza. Termine dialettale della cesteria in uso nell’entroterra salernitano; Appennini campani.
In questo territorio si pratica cesteria rurale principalmente con salice da fiume e canna che sono i materiali più facilmente reperibili. Per la realizzazione dei manufatti vengono utilizzati anche altri materiali presenti sul territorio come: il nocciolo, il castagno, l’ulivo, il mirto selvatico, l’olmo, la sanguinella, la vitalba, il rovo, la ginestra e la tifa.


dialettale/regionale: Panar (Campania) – Cesto tradizionale, tondo o ovale, con manico centrale di media e grande dimensione. Termine dialettale della cesteria in uso nell’entroterra salernitano; Appennini campani. In questo territorio si pratica cesteria rurale principalmente con salice da fiume e canna che sono i materiali più facilmente reperibili. Per la realizzazione dei manufatti vengono utilizzati anche altri materiali presenti sul territorio come: il nocciolo, il castagno, l’ulivo, il mirto selvatico, l’olmo, la sanguinella, la vitalba, il rovo, la ginestra e la tifa.


dialettale/regionale: Panarella (Campania) – Cesto tradizionale con coperchio (cesto porta-merenda per la scuola). Termine dialettale della cesteria in uso nell’entroterra salernitano; Appennini campani. In questo territorio si pratica cesteria rurale principalmente con salice da fiume e canna che sono i materiali più facilmente reperibili. Per la realizzazione dei manufatti vengono utilizzati anche altri materiali presenti sul territorio come: il nocciolo, il castagno, l’ulivo, il mirto selvatico, l’olmo, la sanguinella, la vitalba, il rovo, la ginestra e la tifa.


dialettale/regionale: Panariegliu (Campania) – Termine utilizzato nel territorio di Falciano del Massico (CE). Cesto come il panaru aventi però dimensioni ridotte (spesso utilizzato per la raccolta delle uova o per contenere frutta secca).

Panariegliu
Panariegliu


dialettale/regionale: Panariell (Campania) – Cesto tradizionale, tondo o ovale, con manico centrale di piccole dimensione. Termine dialettale della cesteria in uso nell’entroterra salernitano; Appennini campani. In questo territorio si pratica cesteria rurale principalmente con salice da fiume e canna che sono i materiali più facilmente reperibili. Per la realizzazione dei manufatti vengono utilizzati anche altri materiali presenti sul territorio come: il nocciolo, il castagno, l’ulivo, il mirto selvatico, l’olmo, la sanguinella, la vitalba, il rovo, la ginestra e la tifa.


dialettale/regionale: Panaru (Campania) – Termine utilizzato nel territorio di Falciano del Massico (CE). Cesto con manico. Realizzato con materiale naturale vario in tutte le sue parti. Di solito, solo la parete, viene realizzata con materiale diverso (Es. Nu panaru vinci e cann – Un cesto vimini e canne).

Panaru

Panaru – Panari realizzati con materiale vario (Olivo, Salice, Olmo e canna)


dialettale/regionale: Ò  Panièr (Campania – napoletano) – Classico paniere in castagno con base quadrata e la bocca arrotondata, con manico centrale. Paniere usato maggiormente per la raccolta di funghi, ricoperto di tela all’interno anche per la raccolta della frutta.


dialettale/regionale: Ò  Panièr  de  Zingàr – Paniere degli zingari (Campania – napoletano) – Paniere composto dai montanti in strisce piatte di castagno di 4/5 cm e rivestiti con un intreccio di  due tessitori di strisce in castagno di circa 5 mm, con manico centrale in castagno.
Chiamato cosi perché un tempo usato dagli zingari per raccogliere svariati materiali.

 


dialettale/regionale: À  Fescìn – Fescina (Campania – napoletano) – Paniere a imbuto che termina con una punta, composto sempre da montanti in strisce piatte e rivestiti con un intreccio di due tessitori. Tale paniere veniva usato per la raccolta della frutta più delicata (es. fichi, uva, ciliege ed ecc.), data la sua forma la frutta non si ammassava; la punta serviva per conficcarlo in terra quando si scendeva dall’albero.
Fescina


dialettale/regionale: Ò Cuofano (Campania – napoletano) – Ò Cuofano (la cofana) è un contenitore usato per il trasporto della terra o pietre, una volta usato per scavare i pozzi stretti, realizzato allo stesso modo della fescina ma con due manici laterali.
Ò CUOFANO


dialettale/regionale: Canestro  – Capagno (Lazio)


 

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